Natale 2020 a Coreno Ausonio (FR). Passeggiando sulle nostre montagne “pe’ la via re Vallauria” abbiamo incontrato i ricordi delle nostre tradizioni natalizie.
Le parole hanno portato le immagini e la memoria ha preso a camminare insieme a noi al ritmo di una filastrocca che inizia così: “Oì zia Cosa scegnesce caccòsa...” (…).
La casella della Ripa, sotto il monte Maio: la memoria dei miei bisnonni
Ci siamo fermati alla casella della Ripa, per condividere e fissare le parole in immagini.
La Ripa, la casa in pietra nel video, era la casa di campagna dei mie bisnonni. Mia nonna mi racconta sempre delle sue estati qui, e della sosta d’emergenza per sfuggire ai rastrellamenti dei tedeschi (che comunque arrivarono anche qui) prima di essere sfollati fuori dal territorio di Coreno (ma questa è un’altra Storia).
A riprendere Sergio Monetta, a ricordare mio padre Antonio (da sempre Tonino), ad ascoltare io e mio fratello Flavio.
L’orizzonte invernale, gli ulivi e le nostre pietre sempre al nostro fianco. Davanti a noi Gaeta che poggia nel Golfo come una balena ormai familiare. Il vento a tratti fortissimo.
Auguri di resistenza e resilienza nel 2021
Questo breve video parla di noi. E per tutti noi è un augurio di resistenza, resilienza e di una certa inspiegabile fiducia nella vita che contraddistingue le nostre radici contadine.
Le #paroledimemoria di dicembre nelle filastrocche di Natale
In questo mese abbiamo raccolto il ritmo della felicità semplice e inspiegabile che scandiva i giorni di Natale negli anni del dopoguerra, anni di difficoltà economica ma di grande dignità, e come ricorda mio padre “di grandi sogni”.
Gliu cocò / zia Cosa
Gliu cocò è lo strumento che ha dato il nome all’intero “rito”, un antesignano del “dolcetto – scherzetto” che si accompagnava di filastrocche che suonavano così:
Oi zia Cosa, scegnésce caccòsa, caccòsa alla spagnola / alla salute re zi' Gnicola. E si ce l'adda scegne, scegnascella lestu, lestu e correnno ca tama i' cantenno, lestu e correnno ca tama cammina'.
E continuava con una serie di strofe “augurali”, tipo:
Si ce scigni nu corneglio (= dolce tipico natalizio) puzzi fa' nu figliu beglio, si ce scigni na caramella puzzi fa' na figlia bella (...)
E alcune personalizzabili, come:
Agliu susciu, agliu susciu, si thu nu me canusci, so gliu figliu re Bongiuagni, scegnamigliu nu pirtuagliu (= arancia)
Gli cunthi sono i racconti della tradizione, prevalentemente orale (mi piacerebbe ricordarne per intero almeno uno di quelli che mi raccontava la mia bisnonna) e le suscelle sono le carrube, usate nell’immediato dopoguerra (anche) come surrogato dei dolci per i bambini.
E’ solo un assaggio del Natale corenese, parole portate dal vento in una delle nostre passeggiate dicembrine nella natura che abbraccia per intero il nostro paese. Come sempre niente di troppo serio ed esaustivo, se avete strofe, tradizioni e parole di memoria da aggiungere… sono benvenute, come ogni altra suggestione o correzione della trascrizione!
Bono Natale,
megliu Capu r’agnu,
come gli ‘amo vist’auanno
accussi a centautagni

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Uno scrigno di meraviglie.
grazie Charlie! Così immagino sia la nostra memoria, anche se non sempre facile.
grazie Charlie! Così immagino sia la nostra memoria, anche se non sempre facile.
Parole di memoria è una rubrica mensile! Prossima “passeggiata” nei ricordi prevista a gennaio 2021